Lapis Histriae 2023: risultati

Venerdì, 19 maggio 2023, la giuria del concorso letterario Lapis Histriae 2023, composta dalle scrittrici Laura Marchig e Tea Tulić e dallo scrittore Goran Vojnović, hanno proclamato i risultati del concorso al Forum Tomizza a Umago. La giuria ha deciso di assegnare il premio di quest’anno a Alena Begić (Lubiana) per il racconto "Neočekivana smrt". Il premio Lapis Histriae 2023 ammonta a 1. 400,00 euro. L'artefatto Lapis Histriae 2023 è un'opera dello scultore Ljube de Karine.

Quest'anno abbiamo chiesto agli scrittori di inviare al concorso i loro racconti al seguente tema:

CARNEVALE SENZA CONFINI.

Venerdì, 19 maggio 2023, la giuria del concorso letterario Lapis Histriae 2023, composta dalle scrittrici Laura Marchig e Tea Tulić e dallo scrittore Goran Vojnović, hanno proclamato i risultati del concorso al Forum Tomizza a Umago.

La giuria ha constatato che al 18o Concorso letterario internazionale per prosa breve Lapis Histriae, organizzato dal Forum Tomizza, a tema CARNEVALE SENZA CONFINI, sono pervenuti 239 testi in lingua croata, italiana, slovena, bosniaca, serba e montenegrina.

La giuria ha deciso di assegnare il premio di quest’anno a Alena Begić (Lubiana) per il racconto "Neočekivana smrt". Il premio Lapis Histriae 2023 ammonta a 1. 400,00 euro. L'artefatto Lapis Histriae 2023 è un'opera dello scultore Ljube de Karine.

I racconti scelti

Nella selezione ristretta per il premio si sono trovati i seguenti racconti: „Metamorfoze“ di Ana Kutleša (Zagabria), „Sva lica ubice“ di Emina Đelilović-Kevrić (Sarajevo), „Sebi za života“ di Marija Ratković (Belgrado), „O čemu šutim kad govorim o drkanju“ di Maja Urban e „Najnpipl“ di Pavle Lazarević (Belgrado).

La raccolta Lapis Histriae 2023, che sarà pubblicata entro la fine dell’anno, edita dalla Biblioteca civica Umago, comprenderà anche i seguenti racconti:  „Ovo mesto, zimi“ di Pavle Aleksić (Alaska, Belgrado), „S prave strane žice“ di Slađan Lipovac (Čazma), „Vrtoglavica“ di Dušan Šarotar (Lubiana), „Plavi paun“ di Marija Rakić Mimica (Spalato), „Povratak i spovid Valentina Boškovića“ di Nemanja Carević (Belgrado), „Dolinci/Dolinzi – podaljšana sekunda“ di Manka Kremenšek Križman (Lubiana), „Piše mi se kad sam s tobom“ di Jelena Benčić (Zagabria) e „La tournée“ di Erika Šporčić Calabrò (Umago).

 

Argomentazione della giuria:

La narratrice del racconto "Neočekivana smrt"di Alena Begić elabora inizialmente il tema "Carnevale senza confini" a un livello molto astratto, speculativo, gnoseologico, dunque "filosofico". La narratrice è "infastidita dalla realtà” nella quale vivono le persone intorno a lei, quella “quasi-verità” che condividono. Questo rende impossibile per loro comprendere il destino del protagonista del racconto: suo marito. Da vent’anni suo marito è seduto davanti alla televisione in silenzio. E non ha nemmeno l’idea di cosa stia guardando, spende solo la sua energia vitale “segundo le immagini che cambiano sullo schermo”. Come ci spiega la narratrice, la sua “vita vegetale costante” fa parte della sua natura dalla nascita, ma il problema è nel “mondo, come questo”, che gli richiede sempre qualcosa e lo costringe ad assumere costantemente ruoli nuovi. Nel racconto arriva la svolta “fatale” nel momento in cui la narratrice decide di cambiare radicalmente il suo rapporto con il marito perché lei conosce il suo “segreto”, e lo sprona apertamente ad essere quello che è, ovvero un “uomo-pianta”.

Il tempo narrativo nel racconto “Neočekivana smrt” è determinato dall’anticipazione degli eventi come già evidenziato nel titolo. La narratrice ci fornisce una serie di argomenti per “l’ipotesi”che una tale fine sia esattamente “naturale” per suo marito. All’inizio della storia la narratrice si lamenta del fatto che la gente spesso l’accusa di “evocare costantemente qualcosa prima del tempo” - come se fosse “un'indovina”. Alla fine del racconto, però, lei ci avverte di avere “un dono che gli altri non hanno”, ovvero, “può intuire in anticipo per chi è naturale vivere, e per chi invece morire”. Man mano che il racconto procede, il lettore con un sorriso e sempre più incredulo segue la narrazione della narratrice, che da anni va dallo psicologo, preventivamente, “prima di impazzire”.

E questo è il livello al quale accadde il secondo colpo di scena nel racconto: il lettore scopre che in realtà è la narratrice, e non suo marito, la protagonista del suo racconto. Lei che, attraverso la sua narrazione speculativa e logorroica espone tutta la sua visione del mondo indiscutibilmente e irrefutabilmente, lei che non ha nemmeno i nervi per una vera conversazione con il suo psicologo, marito o le persone che la circondano. La questione di fondo non è più il segreto del marito, ma il segreto della moglie loquace. Abbiamo riso amaramente mentre leggevamo come suo marito stava lentamente morendo. Ora ci troviamo di fronte al volto della narratrice, non privi del senso di partecipazione e responsabilità per la morte di un uomo, fosse pure di un “uomo-pianta”.

Il seducente racconto dell’indovina è una maschera che la scrittrice Alena Begić mette davanti ai nostri occhi come un gioiello narrativo, ma anche tra le nostre mani - come una patata bollente.

 

Sulla vincitrice del premio:

Alena Begić è nata nel 1997 in Germania. È cresciuta in Bosnia ed Erzegovina, vive in Slovenia. Attualmente sta terminando gli studi magistrali in Filosofia e letteratura comparata presso la Facoltà di Filosofia di Lubiana. Le sue poesie e prose sono state pubblicate da diversi portali regionali, riviste e antologie. Nel 2020 è stata una delle finaliste di Lapis Histriae e ha anche vinto il secondo premio al 19 Festival europeo di prosa breve a Zagabria. Ha pubblicato una raccolta di storie “Dan za ispravljanje” (Durieux, Zagabria, 2022).

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